Dopo
le
verifiche di fattibilità giuridica, la “società popolare
Difendi Santa” è pronta a diventare realtà e a mettere in
pratica
il primo esperimento di democrazia diffusa sul territorio.
Ribadendo
una
visione totalmente critica verso i soggetti che si sono proposti
in qualità di “salvatori” della città e della grave crisi che
attanaglia il porto e la sua inusuale e assurda gestione, che
nega i
vantaggi alla collettività.
Visto
la
totale inaffidabilità della pubblica amministrazione che si
mostra passiva di fronte ad una violenta invasione edilizia,
senza
preventiva realizzazione di un PUC, finora esistente.
La
costituenda
società popolare, si prefissa, autonomamente dalla
pubblica amministrazione e dalle società presentatrici dai
progetti
di elaborare un percorso, che abbia come punto di forza la
ricollocazione del contesto portuale all'interno del tessuto
urbano
con strumenti di socialità e non con opere di ingenera.
La
vera “Rivoluzione” nella nostra proposta consisterebbe di dare
la gestione ad una società formata per il 49% dal pubblico
(che
senza spendere 1 euro darebbe le concessioni demaniali), 49%
dal
privato (che
esborserebbe il denaro utile per la riqualificazione), e
il 2% dalla
società popolare, che attraverso la quota
minoritaria fungerebbe da
ago della bilancia nelle scelte strutturali, trasformando
il “negato”
strumento referendario in elemento giuridico
strutturale.
La società popolare, oltre alla preparazione delle carte, per la reale costituzione giudica attraverso un Notaio, sta lavorando per la realizzazione di un questionario da consegnare alla cittadinanza e ai turisti, che verrà distribuito negli esercizi pubblici che aderiranno all'iniziativa.